La pasta rimane la regina della nostra tavola, ma a che prezzo?

Purtroppo, il prezzo aumenta vertiginosamente e quello che dobbiamo domandarci non è solo il perché, ma come mai il governo nazionale non riesce a calmierare questo fenomeno.

È un problema mondiale, siamo d’accordo; ma è possibile che alle naturali conseguenze dell’aumento del prezzo dovuto ad una minore produzione ci sia anche una chiarissima speculazione? E da parte di chi? Da parte di quelli che, in questo momento, non solo aumentano i loro profitti ma, ancora più pericoloso, determinano inevitabilmente le chiusure delle aziende più piccole e deboli, rafforzando la loro posizione di supremazia sul mercato.

Tutti i rumors portano a questa ultima ipotesi. Il più grande che mangia il più piccolo.

Ma chi è il grande e chi il piccolo? Le grandi aziende contro i piccoli artigiani.

 

Sembra paradossale ma le grandi aziende, già da diversi anni, vanno perdendo quote di mercato a favore delle tante imprese territoriali di pasta artigianale che si sono sviluppate. Questo perché il consumatore è diventato molto più attento, non vuole accontentarsi più della grande marca o del basso prezzo, ma vuole essere consapevole di quello che mangia, per il benessere della propria salute.

 

Questa proprietà salutare è insita nel prodotto artigianale per la sua naturale produzione e per l’uso di grani naturali del territorio. Inoltre, è avvenuta, negli ultimi anni, una graduale riduzione del gap di prezzo sullo scaffale tra i due tipi di pasta (artigianale ed industriale) Tutto questo ha contribuito ad aumentare il diffondersi del prodotto artigianale.

Allora, come bloccare questo processo da parte delle grandi aziende industriali? Facendo aumentare sempre di più il prezzo della materia prima, del grano e mettendo in difficoltà chi economicamente non ha la forza e la capacità economica per poter acquistare il grano a prezzi stellari, oltre alla difficoltà, per il peso contrattuale, di poter interagire con la gdo.

In questo modo, si rallenta il processo di sviluppo della pasta artigianale, eliminando alla base la concorrenza e lasciando mercato libero alle sole grandi aziende industriali che possono economicamente affrontare tali costi.

Ed allora, che si fa?

Ancora di più si dovrebbe sviluppare una politica agricola tale da sostenere l’agricoltore ed il produttore locale, difendere e incoraggiare la filiera territoriale per sviluppare, consolidare e mantenere un circuito virtuoso. Ed infine, il consumatore deve continuare a poter scegliere il prodotto per lui più interessante, non solo in termini di prezzo, ma anche, e soprattutto, in termini di valori nutrizionali e proprietà salutari.