Il 2020 per molti versi è stato un anno da dimenticare, ma una delle poche note positive è dovuta all’incremento del consumo di pasta. Incremento dovuto proprio all’esigenza del mangiar bene. Infatti, l’asticella è aumentata soprattutto per il consumo della pasta artigianale, ossia quel prodotto che dà certezza non solo di territorialità ma anche di un sicuro consumo di un prodotto genuino e sano. I pastifici industriali cercano disperatamente di arginare queste “perdite” inserendo slogan come 100% prodotto italiano o siciliano, senza comprendere che non è questo che fa la differenza rispetto al prodotto artigianale. Dietro un pastificio artigianale c’è un’attenta ricerca di un grano specifico, un’essicazione del prodotto molto lenta che determina l’evitarsi di perdite delle caratteristiche organolettiche, un più attento confezionamento basato su prodotti semplici con poco inchiostro nel packaging, o, come in molti casi, addirittura solo un cartoncino, chiamato cavallotto, con le indicazioni delle specifiche del prodotto. Il prodotto, quindi, si vede nella sua interezza, non c’è nulla da nascondere, è nudo, come mamma lo ha fatto.

Con questo non voglio additare il prodotto industriale ma, purtroppo, spesso la finalità è più quella di raggiungere alti numeri di fatturato a discapito dell’attenzione verso il prodotto. Allora un plus importante è anche la credibilità del produttore. Più ci mette la faccia più diventa credibile. Ma questa è un’altra storia che verrà illustrata in un altro articolo.

Ritornando alle vendite del prodotto artigianale, la Sicilia si attesta ad un buon 25% di crescita in più. Un grande risultato considerando che il prodotto è venduto per lo più nei negozi di quartiere, salumerie specializzate, alimentari gourmet e quindi non in una grande distribuzione dove, inevitabilmente, si svilisce il prodotto con promozioni sottocosto e con costi di ingresso del prodotto assolutamente proibitive. Quindi, il nostro primato di consumatori di pasta, che si attesta in circa 45kg pro-capite, ha una buona percentuale di pasta artigianale. La scelta del prodotto è anche dovuta da un migliore consapevolezza del consumatore e della ricerca. E’ vero che la pubblicità pressante di alcuni prodotti porta all’acquisto automatico di alcune marche più conosciute, ma non fermiamoci solo a questo. Diventiamo protagonisti della nostra salute. Il consumatore ha il diritto di sapere come, dove, e chi sta producendo. Ed allora, il nostro primato di consumatori di pasta, sia solamente ottenuto con il consumo di pasta di qualità.